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News delle imprese
Sono Elisa Ervas di Innovo, mi occupo business intelligence in sanità, e dal 9 marzo siamo tutti in smart working. Sono sposata con Christian di Skylab Italia, ora in Teamsystem. In casa siamo cinque: due in smart working e tre in smart schooling, rispettivamente alle elementari, alle medie e alle superiori.
Io e Christian ci alziamo alle 7. Fino a quando era consentito facevamo una corsa, ora facciamo ginnastica, doccia, colazione. Alle 9 siamo in “ufficio”. L’ufficio di Christian è nella stanza di Viola, perché è l’unica con la porta. Gli altri sono distribuiti a caso nelle altre stanze. In cucina primeggia, accanto alla tabella dei turni per lo sparecchio e quella per le lavatrici, la tabella con le call di tutta la famiglia per la settimana.
Il lavoro è una via di mezzo tra lo smart working e il telelavoro: l’orario di lavoro da ufficio viene mantenuto, compatibilmente con la distribuzione dei dispositivi al resto della famiglia, e la scuola delle figlie viene prima di tutto. Il tempo “rubato” si compensa in smart working.
Il lunedì mattina alle 9, Innovo prende lo smart coffee. Ci colleghiamo tutti insieme, ma in cucina, ci raccontiamo il weekend e programmiamo l’attività settimanale.
Lo smart coffee di Christian è il martedì.
Per lavorare in Innovo utilizziamo Meet, Zoom, Teams, Skype, ciò che è più comodo per i clienti. Lavoriamo nel campo dell’elaborazione dei dati, il lavoro d’ufficio era già smart da tempo. Utilizziamo Dropbox per i documenti che modifichiamo con più frequenza. Ci colleghiamo sui server di tutti i clienti, se richiesto, e in ufficio solo in caso serva documentazione amministrativa.
Insomma, la differenza dal punto di vista lavorativo è che ora si fa sempre tutto da casa mentre prima si faceva dal bar, dalla macchina, dal treno. Tutto sommato è più comodo.
C’è un’altra differenza, anzi due. Quando potevamo uscire avevamo il lusso per qualche ora di staccarci dal ruolo di genitori. Ora che il lavoro è a casa e la scuola è a casa, i due ruoli sono perennemente sovrapposti. A cui si aggiunge il ruolo di insegnante. E a pranzo sono tutti a casa. Il mio piccolo incubo personale. Mensa della scuola loro ti odiavano, ma io ti adoravo. Mi manchi.
Ogni giorno penso che siamo fortunati perchè, in un periodo in cui le persone perdono il lavoro, noi continuiamo a lavorare e il mantenimento della routine è salutare per l’umore. Inoltre mi godo il tempo passato con le mie ragazze, sono grandi e questo tempo insieme è super guadagnato. Appena finirà l’emergenza recupereranno gli incontri perduti con i loro amici e non le vedremo più!
Voi come state?
Innovo