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Digital Rights Management: un freno alla condivisione o un modo per proteggere la propria creatività?

La proposta di SmartRM: il primo software
interoperabile
standard ISO per la protezione dei file personali.

Un amico molto bravo con i
computer dice
che è possibile togliere il dispositivo
di protezione
(per la gestione dei
diritti digitali, DRM) da alcuni file protetti. La procedura non sembra
complicata,
ma è legale? No, non lo è, a
meno di non essere legalmente autorizzato.

Secondo la definizione del NIST, l’Istituto Nazionale delle Scienze e
delle
Tecnologie degli Stati Uniti, il termine "Digital Rights Management"
indica un "sistema di componenti e di servizi basati su tecnologie
dell’informazione, che, unitamente alle corrispondenti leggi, politiche e
modelli di ‘business’ hanno lo scopo di distribuire
e controllare la proprietà
intellettuale
o i diritti relativi".

La gestione dei diritti dei contenuti digitali consente agli autori di
controllare l’uso che si fa del loro lavoro, in modo da impedirne la
distribuzione non autorizzata. Non è consentito eludere queste
protezioni.

Chi viola i DRM e rimuove le misure
tecnologiche di protezione si espone a
sanzioni penali o civili
, a seconda della legge del suo paese.
Nella
maggioranza dei paesi europei, le sanzioni penali scattano per le
violazioni di
natura commerciale.

La legge italiana sul diritto d’autore
(legge 22 aprile 1941 n. 633, in materia di "Protezione del diritto
d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio") permette ai
titolari di diritti d’autore e di diritti connessi di apporre sulle
opere
dell’ingegno (brani musicali, film, software, ecc.) misure tecnologiche
di
protezione efficaci.

Esse consistono in tecnologie, dispositivi o componenti che, nel normale
corso
del loro funzionamento, sono destinati a impedire o limitare atti non
autorizzati
dal titolare dei diritti.

Chi inventa, sviluppa o produce una
creazione intellettuale deve essere
remunerato per il proprio sforzo creativo e per il beneficio che da tale
sforzo
deriva alla collettività
. Così come nel mondo "analogico", chi
produce un documento digitale testuale, audio, video o multimediale
merita di
essere protetto da eventuali utilizzi abusivi della propria opera da
parte di terzi,
per non lasciare che svanisca la remunerazione della creatività.

In
questo contesto nasce l’idea di SmartRM
,
una società con sede legale negli Stati Uniti e braccio operativo in
Italia, a
Torino. SmartRM propone un software
nuovo e interoperabile, che utilizza il
formato standard MPEG-21 per fornire una solida protezione ai file
personali
audio, video e pdf di ciascun utente
.

Il plugin si scarica
gratuitamente sul sito
www.smartrm.com ed
è compatibile con le
nuove versioni di Mozilla Firefox: una volta installato converte i
propri
contenuti in formato testuale, audio e video, in file criptati in formato
standard MPEG-21
, che possono essere condivisi con chiunque si
desideri
mantenendo costantemente il controllo su chi può accedervi: solamente i
contatti abilitati possono leggere, vedere, ascoltare o stampare il
contenuto,
alle condizioni specificate inizialmente. Inoltre l’utente ha la
possibilità di
monitorare sempre i propri contenuti,
che circolano solo nell’ambiente protetto
della piattaforma software; l’utente può sapere quando e quante volte i
suoi
contatti hanno visualizzato il contenuto e decidere in modo dinamico di
modificare o cambiare i permessi di visualizzazione.

SmartRM
ha lanciato il 9 luglio la nuova
versione 0.7.2
e attualmente sta implementando nuove applicazioni
rivolte al
mondo business che saranno disponibili a partire da settembre.