Dal CSP una soluzione per filtrare la pedo-pornografia in Internet
Una risposta agli standard imposti dal Decreto Gentiloni
Il sistema è stato concepito in modo da imporre modifiche limitate lato hardware e software, minimizzando gli interventi su cablaggio e configurazione della rete pre-esistente all’installazione. P-Box si pone infatti ?in trasparenza? lato hardware e applicativo, controllando il traffico con l’obiettivo di non limitarne l’uso a quello pedo-pornografico, ma con la possibilita’ di estendere il filtraggio anche su altre tipologie di contenuto.
In accordo con quanto previsto dal decreto Gentiloni, i livelli di controllo dei contenuti sono due, uno riferito al nome a dominio, il secondo a livello di indirizzo IP; un requisito che rischia di filtrare anche contenuti innocui dotati del medesimo indirizzo.
Individuata la pagina web incriminata, il sistema avverte il navigatore che si sta avventurando in un contesto illegale, il che comporta la segnalazione agli organi preposti al controllo che sono numerosi, dalla Polizia Postale con il Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia, agli intermediari finanziari che possono controllare eventuali flussi di denaro derivati dall’attivita’ illegale di commercializzazione delle immagini, fino alla Banca d’Italia.
Rilasciato con licenza GPL, P-Box è il risultato delle attivita’ di innovazione e ricerca di CSP nel campo della Sicurezza Informatica ed è disponibile nel catalogo dei prototipi messo recentemente a disposizione delle imprese nel quadro delle attività di trasferimento tecnologico alla base della missione del centro di ricerca.